Sabato 22 e domenica 23 ottobre si terrà la sesta edizione della Borsa immobiliare. Crescono i mutui e si stabilizzano i prezzi ma il mercato è ancora precluso alle giovani generazioni
Dall’inizio della crisi e per molti anni a seguire, le espressioni “sinergia“, “fare squadra” e “fare rete“, in mancanza di risposte reali, sono state usate in abbondanza dalla politica e dall’economia. Formule vuote, predicate più per esorcizzare il grande male che attanagliava l’economia globale, che non per segnare una discontinuità vera con la realtà depressa vissuta dalle imprese, soprattutto quelle del comparto immobiliare. Ci sono dei casi però, come la Casa in Piazza, la borsa immobiliare della provincia di Varese, che quella discontinuità l’hanno praticata veramente, realizzando un modello che a distanza di sei anni si conferma capace di generare buoni frutti.
L’idea è nata da un’intuizione della Camera di Commercio e degli operatori del settore: concentrare nel cuore della città tutti i soggetti che operano nella filiera immobiliare. Dagli agenti alle banche, dai notai ai costruttori fino ai consumatori, riuniti sotto il cappello autorevole dell’ente camerale. Senza rischiare di forzare il concetto originario, quell’operazione faceva leva sul bisogno di fiducia, l’unica risorsa che in tempi di crisi scarseggia quanto il denaro.
Nella conferenza stampa di presentazione della sesta edizione, che si terrà il 22 e 23 ottobre nella sede varesina della Camera di Commercio, è risultato evidente la bontà del percorso fatto che ha riportato in quota la fiducia degli operatori e quella dell’ente camerale, che vede la propria autonomia messa in discussione dalla riforma del Governo Renzi. Le parole del presidente Giuseppe Albertini lasciano pochi dubbi sulla convinzione che Varese possa continuare da sola il suo cammino a sostegno dell’economia del territorio, così come sulla volontà di progettare del segretario generale Mauro Temperelli, che per l’occasione ha messo sul piatto con disinvoltura un paio di idee innovative (“La Casa in piazza Duomo” per attrarre compratori esterni al territorio e la continuità dell’appuntamento a cadenza mensile in più punti della provincia). A chiudere il cerchio ci ha pensato Rudy Collini, presidente di Promovarese, che ha parlato delle grandi possibilità di scelta per chi voglia trasferirsi a queste latitudini, dalla bellezza dei laghi e delle Prealpi, ai grandi centri come Busto Arsizio e Gallarate, serviti da infrastrutture importanti e a pochi minuti dalla area metropolitana.
Per gli operatori del settore, Dino Vanetti (Fimaa), Bernardo Bianchessi (Anama) e Luca Simioni (Fiaip), «il salotto buono» della Casa in Piazza ha sempre funzionato bene perché tutti hanno remato nella stessa direzione. Un’unità di intenti che non è così scontata in altri territori. Oggi però ci sono due segnali nuovi: i prezzi hanno arrestato la loro caduta verticale e le banche hanno ricominciato a macinare numeri interessanti nell’erogazione dei mutui.
Flavio Debellini, responsabile territoriale di Ubi Banca Popolare di Bergamo, sorride dall’alto del suo + 30% (oltre 100 milioni di euro). «Il nostro approccio consulenziale con le famiglie è risultato vincente – ha detto Debellini – perché per noi il mutuo non è solo il tasso di interesse, ma il frutto di una valutazione più complessiva. Ma questo è un risultato ottenuto anche grazie alla Casa in Piazza». Massimo Tufano, responsabile commerciale della Bcc, ha sottolineato il clima di fiducia che si respira alla borsa immobiliare varesina e il contributo di alcuni strumenti innovativi, come il leasing abitativo, che hanno permesso di aprire questo mercato in modo conveniente ai grandi esclusi, cioè i giovani. Seppure presente a Varese da soli dieci anni, anche Deutsche Bank ha visto crescere l’erogazione dei mutui per l’acquisto della casa. I numeri forniti da Eleonora Perotti, responsabile territoriale, indicano una crescita da due a dieci milioni di euro. Cifre non da capogiro, ma indicative di una tendenza positiva.
La presenza dei notai alla Casa in Piazza è utile per dare consulenze al consumatore alle prese con una normativa molto complessa, presenza che secondo il notaio Sergio Rovera infonde sicurezza alle persone che vogliono comprare o vendere un immobile. «Tutti devono fare la loro parte – ha aggiunto Marianna Armeni del Movimento consumatori – non solo gli operatori che devono essere trasparenti e dare informazioni, ma anche gli stessi consumatori che hanno il diritto-dovere di informarsi».
Non è un quadro di sole luci perché oggi si vende male e si compra bene, per riprendere una battuta efficace di Luca Simioni. «Al malato hanno tolto le flebo – ha detto il presidente della Fiaip – ma è ancora malato perché il 70% cento di quelli che si muovono sono già proprietari di una casa, non i giovani al primo acquisto».
C’è poi un patrimonio immobiliare troppo vecchio e non più sostenibile economicamente, formato da vecchi appartamenti e ville storiche. «È come avere un garage pieno di vecchie fiat ritmo che nessuno vuole – ha concluso Juri Franzosi, direttore di Ance – e con alcune auto storiche prestigiose che solo pochi si possono permettere. Due elementi che combinati insieme generano tutti i problemi di oggi. Questo è il fardello che l’Italia ha costruito negli anni ’50 che oggi pesa sui giovani tra i 25 e i 35 anni, i grandi assenti di questo mercato».
http://www.varesenews.it/2016/10/la-casa-in-piazza-spalanca-le-sue-porte-ai-giovani/561725/